Il Borgo di Monte Canto è un agglomerato di case rurali, risalente al XV secolo, posto in comune di Pontida immediatamente sotto la sommità del Monte Canto (710 m). Nel 2004, dieci comuni (Carvico, Ambivere, Calusco d’Adda, Chignolo d’Isola, Mapello, Pontida, Solza, Sotto il Monte Giovanni XXIII, Terno d’Isola e Villa d’Adda) sottoscrivono la costituzione del PLIS del Monte Canto e del Bedesco; i comuni del parco, con l’eccezione di Ambivere e Pontida, versano all’Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste (ERSAF) 500 000 euro per diventare proprietari, insieme a Regione Lombardia, dell’area del Monte e del borgo: all’atto del rogito, però, l’unica proprietaria dei terreni e dei fabbricati è la Regione.
Poiché il borgo – abbandonato – è pericolante, nelle ultime settimane il comune di Pontida ha emesso un’ordinanza per la messa in sicurezza nei confronti dell’ERSAF, proprietaria del borgo. La decisione – inaudita – dell’ERSAF sarebbe quella di abbattere i fabbricati pericolanti, con una spesa di 75 000 euro. Tutto questo, in un contesto in cui non risulta ci siano mai stati progetti di recupero per il borgo che, risalendo almeno al XV secolo, ha valore storico ed architettonico, e che invece si preferirebbe abbattere piuttosto che valorizzare.
Insieme a Maurizio Martina, ho presentato un’interrogazione a risposta scritta al Presidente del Consiglio Regionale, per chiedergli di ricostruire la vicenda – non chiara – della proprietà dell’ERSAF e se non faccia parte delle sue funzioni il recupero del borgo, se siano state valutate operazioni di consolidamento e quali siano state le valutazioni che hanno portato a decidere per la demolizione delle parti pericolanti del borgo, quante e quali siano tali parti e, infine, se non ritenga opportuno avviare progetti di riqualificazione dell’area in concerto con gli enti locali, il PLIS ed eventuali privati interessati.
Il testo dell’interrogazione è scaricabile qui: Interrogazione Monte Canto