Questa riforma della sanità è una grande incompiuta, che non asseconda la grande ambizione, da cui era partita, di affrontare i mutamenti nella società. È una legge dimezzata perché affronta solo la governance, timida perché non porta a termine l’integrazione tra servizi sanitari e sociosanitari mantenendo la duplicazione tra ATS e ASST che impallerà il sistema, e, infine, senza copertura finanziaria, soprattutto sulle parti più innovative.
Riconosciamo passi avanti, a cui abbiamo contribuito nell’ottica della riduzione del danno, come la riforma dei ticket, che saranno finalmente più equi, l’agenzia di controllo che sarà indipendente e più efficace, le nomine che saranno sottratte alla lottizzazione, e l’eliminazione della legge Daccò. Rimane il grosso problema dell’aggregazione degli ospedali, soprattutto per quel che riguarda la città metropolitana, che già a settembre dovrà affrontare gli esami di riparazione
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